La soia o “Fagiolo del Giappone” esiste in natura sottoforma di semi, è presente in varie tipologie di legumi (lenticchie, fave, ceci,) e nei CEREALI INTEGRALI. In questi ultimi 10 anni la soia è stata al centro di numerosi studi scientifici per le sue proprietà benefiche a livello cardio-vascolare, antitumorale, nel combattere i sintomi della menopausa e per le sue capacità ipocolesterolemizzanti. Questo interesse è dovuto soprtattutto alla presenza di una specifica classe di molecole che si trovano al suo interno, gli ISOFLAVONI (Genisteina, Daidzeina, Gliciteina) .
Gli isoflavoni o fito-estrogeni (molecole di origine vegetale strutturalmente simili agli estrogeni prodotti dalla donna e in maniera minore anche dall’uomo), devono il loro nome alla loro capacità di interagire con i recettori per gli estrogeni, inducendo una risposta fisiologica molto più debole rispetto a quella indotta dagli estrogeni prodotti dal nostro corpo.
Quando mangiare la soya?
• In età fertile risulterebbe utile nel riequilibrare un assetto ormonale anomalo dovuto ad un iperproduzione di estrogeni prevenendo a lungo termine l’insorgenza di cancro al seno, risultando un valido aiuto anche nell’abbassamento del livelli ematici di colesterolo LDL, ma attenzione a non esagerare, la soia può facilmente interferire con le funzionalità della nostra tiroide.
• In menopausa la soia aiuta ad attenuare i tipici sintomi di questo contesto ormonale, e da uno studio pubblicato nel 2018 sembra essere in grado di ridurre il tasso di escrezione del 11,38% della Deossipiridinolina urinaria (marcatore della degradazione ossea) rispetto al 15,46 rilevato in pazienti sottoposti a terapia ormonale sostitutiva. Nella donna, come anche nell’uomo seguire una dieta bilanciata in cui sia presente una certa percentuale di alimenti a base di soia può ridurre del 27% il rischio coronarico, del 37% il rischio di infarto del miocardio, e del 24% il rischio cardiovascolare, questi sono i dati ottenuti da uno studio recente pubblicato sul Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Disease Journal.
È importante sottolineare che i differenti benefici della soia in base alle varie fasi dell’età sono imputabili alle sue proprietà estrogeno-mimetiche in un contesto ormonale in cui gli estrogeni sono sotto i livelli fisiologici (menopausa), contro gli effetti anti-estrogenici durante l’età fertile, fase della vita della donna in cui questi ormoni sono ai livelli più alti in assoluto.
Consigli pratici:
La letteratura afferma che per le quantità indicate l’integrazione a base di isoflavoni può:
• Notevolmente ridurre sul piano statistico l’insorgenza di malattie cardiovascolari "20-100 mg /al giorno"
• Prevenire osteoporosi e affaticamento muscolare "20-80 mg / al giorno"
• Proteggere dal cancro all’endometrio, alle ghiandole mammarie e al fegato "50-100 mg/ al giorno"
• Diminuire i sintomi della menopausa come le vampate di calore "50-120 mg / al giorno"
Come assumerli..?
Per diventare attivi, gli isoflavoni devono essere idrolizzati da un enzima che viene normalmente prodotto dai batteri che colonizzano il nostro intestino, questi specifici batteri crescono solo con una dieta ricca di prebiotici (contenuti in alimenti ricchi di fibre come verdura e cibi integrali)
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